Il Museo della Civiltà Marinara delle Marche è un museo che vive, interagisce e dialoga con i cittadini, i quali hanno partecipato numerosi all’ incontro su “I dialetti della costa picena”. Un momento importante per dibattere la questione ancora aperta dell’origine del dialetto sambenedettese, nonché un contesto d’eccezione per ascoltare poesie recitate in vernacolo.
Il professore Sanzio Balducci, esemplificata la diffusione dei dialetti con la metafora di un’onda, che dal centro si propaga verso la periferia, ne ripercorre l’evoluzione storica all’interno di precise coordinate geografiche (dal fiume Aso al fiume Tronto) e s’interroga sulle dinamiche che portano i dialetti costieri, caratterizzati dal troncamento dalle vocali finali, a distinguersi da quelli dell’entroterra, in particolare da l’ ascolano e dal maceratese (quest’ultimo connotato dal romano parlato nella curia pontificia). L’ipotesi dell’influenza del dialetto teramano sembra giustificare solo parzialmente tali fenomeni di differenziazione.Lino Palanca, studioso del dialetto di Porto Recanati, rileva gli elementi di continuità tra i dialetti della costa marchigiana, organizzati in sub-aree linguisticamente omogenee: ad esempio i marinai sambenedettesi e quelli recanatesi nominavano i pesci allo stesso modo.
Infine l’intervento di Gabriele Cavezzi c’introduce nel vivo della realtà territoriale di San Benedetto, caratterizzata da un’antropizzazione tardiva e campo delle rivalità tra Ascoli e Fermo. Per studiare il fenomeno dialettale, Cavezzi sposta l’orizzonte d’analisi alla vita marinara, agli intensi e secolari rapporti tra la costa marchigiana, l’altra sponda adriatica e Venezia, incontrastata dominatrice del Mediterraneo. San Benedetto partecipa attivamente agli intensi traffici commerciali nell’Adriatico e diventa scenario di fenomeni migratori: ne consegue un’irripetibile traslazione di tradizioni e parlate, a cui si aggiungono i contributi linguistici dalle aree del teramano. In questa quadro dinamico si disegna l’evoluzione del dialetto locale: testimoni gli stessi cittadini, che non solo parlano il dialetto come lingua viva, ma hanno anche cognomi significanti di tale storia. Gabriele Cavezzi spiega le origini di alcuni cognomi diffusi sul territorio, come Marchegiani o Trevisani… E la parola passa proprio a Benedetta Trevisani, presidente del Circolo dei Sambenedettesi, che conclude l’incontro ed invita tutti ai prossimi momenti di confronto sui temi dellla Civiltà Marinara delle Marche!